Il 20 novembre 2019 si è celebrato il trentennale
della CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA approvata dall'Assemblea generale delle
Nazioni Unite il 20 novembre 1989. E' stata ratificata dall'Italia il 27 maggio
1991.
L'Ordine degli psicologi della Regione
Emilia Romagna ne ha ricordato il valore e il grande significato:
“La Convenzione si pone come uno
strumento di promozione e protezione dei diritti dei bambini e degli
adolescenti, non considerati più come soggetti da tutelare, ma come titolari
di diritti, come persone con proprio valore e dignità. Gli Stati che hanno ratificata la Convenzione
si sono impegnati a garantire ai soggetti in età evolutiva la protezione e
l’aiuto per rispondere alle loro esigenze e necessità e per favorire lo sviluppo
della loro capacità di autonomia e di autodeterminazione.
Sono due principi ripresi dalla
Convenzione e da tutte le norme successive
1)
il
superiore interesse del bambino
2)
il riconoscimento del diritto del minore di
essere ascoltato.
In questi trent’anni i principi della
Convenzione recepiti nel nostro Paese sono stati declinati attraverso un
sistema vasto e articolato di provvedimenti legislativi. La tutela dei minori
rappresenta un’area particolarmente complessa, poiché raccoglie i molteplici
cambiamenti della società quali la cultura dell’infanzia, i rapporti tra
generazioni, l’organizzazione dei servizi, le scelte politiche, l’idea stessa
di società.
La Convenzione ONU sui diritti
dell'infanzia e dell'adolescenza chiama in causa, direttamente, la figura dello
Psicologo, in quanto professionista della salute.
Lo psicologo si impegna, nel suo agire professionale, a tutelare e promuovere
le potenzialità della persona di minore età, favorendo il suo sviluppo nel
migliore dei modi.
Diritti dei minori e doveri degli
adulti, in questo
caso, non vanno posti in antitesi: devono essere tutelati, infatti, i “diritti
relazionali” sia delle persone in età evolutiva che dei loro genitori.
Il diritto di ogni bambino di essere allevato nell’ambito della propria
famiglia di origine corrisponde al diritto dell’adulto di realizzare la propria
genitorialità in modo competente, efficace e positiva. Garantire, perciò, i
diritti dei minori - in quanto figli - significa promuovere,
sostenere, affiancare le funzioni genitoriali e mettere in atto,
quando possibile, tutti gli interventi necessari per superare le problematiche
(interne ed esterne) che rendono disfunzionale una famiglia.
Lo Psicologo è, dunque, il promotore
di salute nelle situazioni di vulnerabilità, condizione che può riguardare ogni
famiglia in specifiche fasi del suo ciclo di vita e che è caratterizzata dalla
difficoltà a costruire o mantenere l’insieme delle condizioni che consentono un
esercizio positivo e autonomo delle funzioni genitoriali. A seguito di una
vulnerabilità prolungata, i nuclei famigliari, se non adeguatamente accolti e
sostenuti, possono vivere periodi di crisi che a volte sfociano in negligenza e
trascuratezza - intese come carenza o incapacità di risposta ai bisogni
evolutivi dei figli -, fino ad arrivare a forme di abuso e maltrattamento,
condizioni che impattano sulla sicurezza del bambino e per questo richiedono
interventi tempestivi nell’area della protezione e della tutela.
E' importante che gli Psicologi, che
operano con bambini ed adolescenti, acquisiscano appropriate e qualificate
competenze per questa particolare fascia d’età e che possano apprendere
metodologie e tecniche di intervento multidisciplinare, necessarie per
garantire la tutela delle persone di minore età.
Il nostro Ordine degli Psicologi sta
investendo, nell'ambito della tutela e protezione dell'infanzia e
dell'adolescenza, risorse ed
energie in cui investire nei prossimi
anni in sinergia con Aziende
Sanitarie, Università, Scuole di
specializzazione, Magistratura e le altre istituzioni nonché il mondo dell’Associazionismo, per favorire
l’incontro e la condivisione delle buone pratiche professionali”.
di Dott.ssa Luciana Vianello
di Dott.ssa Luciana Vianello
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