L’ assunto cruciale
della psicoterapia cognitiva è che a spiegare atteggiamenti, comportamenti,
emozioni e pensieri siano i significati ed i valori con cui le persone
interpretano e valutano la propria esperienza; principio secondo cui
“modificando le cognizioni di un individuo si possono modificare anche le
relative emozioni”. Spesso i disturbi emotivi per i quali i soggetti fanno
richiesta di intervento psicoterapeutico sono in gran parte il prodotto di
credenze disfunzionali. La psicoterapia interviene sulle cognizioni dalle quali
dipendono le emozioni disturbanti, al fine di modificarle in senso “adattivo”,
cercando di inquadrare la sofferenza sintomatica all’interno della
rappresentazione di sé del paziente e dei suoi piani esistenziali.
L’efficacia di tale modello, anche nelle forme di sofferenza
psicopatologica, è comprovato da continue ricerche e studi scientifici sia in
Italia che all’estero.
Il mio interesse psicoterapeutico prevalente è per il disturbo ossessivo-compulsivo, per i disturbi di ansia e dell’umore. Il modello cognitivo è applicabile sia in età evolutiva sia in età adulta con risultati positivi a lungo termine ottenibili anche con terapie di breve durata.
Nel corso degli anni ho anche avuto la possibilità di lavorare con bambini e adolescenti, sia per quanto attiene ai disturbi di ansia, dell’attaccamento e di disagio scolastico in generale, sia per le difficoltà interpersonali e relazionali caratteristiche dell’età evolutiva.
Per quanto concerne la relazione terapeutica trovo fondamentale costruire sin dai primi istanti, un clima di accettazione, fiducia e collaborazione. Ciò che J. Bowlby chiama “base sicura”. Lavorare insieme al paziente per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il soggetto alla risoluzione dei propri problemi.
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